Hebron Borderline

 Hebron (per gli arabi al-Khalilالخليل = amico) è uno dei più importanti centri della Cisgiordania (Giudea, secondo la terminologia ebraica; Territori Occupati Palestinesi, secondo la denominazione ufficiale delle Nazioni Unite). Da tutti gli organismi e esperti che si occupano del conflitto israelo-palestinese, nonchè dalla gente stessa, è considerata la città dove lo scontro tra le due parti raggiunge il livello più alto di tensione. Perchè? Il motivo sta tutto in meno di mezzo metro; la distanza che separa le case dei coloni ebraici e gli abitanti palestinesi. Il motivo che spinge i coloni ebrei a penetrare così in profondità in un territorio sotto occupazione militare è la Tomba dei Patriarchi in cui, secondo la tradizione, è deposto il corpo di Abramo (uno dei più importanti profeti sia per i giudei che per i mussulmani). Tomba dei Patriarchi e Moschea di Abramo sono due nomi diversi, legati alle due comunità, per chiamare lo stesso luogo: una moschea del XIII secolo divisa in due aree destinate alle due religioni che si incontrano/scontrano sulla tomba del profeta.


 

 
All’interno della città di Hebron vi sono tre principali insediamenti dove vivono circa 700 colni. Nella parte palestinese vivono 200.000 arabi. Sui tetti, nelle postazioni di controllo, nelle basi militari e sulle srtade vivono i 5.000 soldati israeliani presenti per difendere gli ebrei. Questo reportage tenta di percorrere e mostrare i volti delle tre comunità presenti – ebrei, palestinesi e soldati – che vivono in un fragile equilibrio. Abramo, il profeta di tutti, diventa parte di una contesa che trova, quotidianamente nuovi spunti per ardere.


 

 

 

 

 

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La Madonna al Lunapark

 
In un prato vicino alla stazione c’è un luogo dove giocare con la fantasia. Signori e Signore è arrivato il Lunapark!

Ottovolanti, Brucomela, Casa degli specchi, zucchero filato rosa e soprattutto luci. L’Otto settembre dei vicentini è, che piaccia o meno, "Giostre a Campo Marzo".

Con l’avvento dell’autunno in città arriva anche il gran carrozzone del Lunapark, il parco dei divertimenti itinerante che ogni anno atterra alle porte del centro. Proffessionisti del divertimento invitano con la voce squillante – a volte registrata – bambini e genitori sulla loro attrazione, un bambino di plastica schizza finta urina sulla testa dei passanti, i soliti soffioni da trent’anni colgono di sorpresa i visitatori nella casa degli specchi; per dieci giorni questo "Baraccone" regala molto più che divertimento o noia, offre una visione del mondo un pò Felliniana,romantica e decadente, fatta di "novità sempre uguali" e di trucchi bizzarri. Affidiamo da decenni ai giostrai l’onere di divertirci durante la festa patronale della città, offrendogli il diritto per qualche giorno di non essere più i nostri disprezzati zingari ma saltimbanchi contemporanei. Grottesco?!? Certo, come unLunapark!

 

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princesa

 

"Fernandinio mi è morto in grembo

Fernanda è una bambala di seta

sono le braci di un unica stella

che brilla di luce di nome Princesa"

 

("Anime Salve", 1996, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati)

 

 
Questa serie di ritratti concentra volutamente il suo focus sul mondo transessuale dal punto di vista meno sensazionale. In particolare l’accento è posto su quanto di più caro queste persone hanno: il corpo. "Transessuali si nasce e non lo si diventa". L’involucro di carne e nervi sin dall’infanzia è una scatola che ingabbia un’anima del sesso opposto, una presonalità che verrà liberata negli anni attraverso un lungo e doloroso percoro giuridico, chirurgico e psiclogico. Ed ecco che la rappresentazione fotografica di questa natura passa forzatamente attraverso l’essenza del fisico, tramite l’accentuazione delle nuove forme e il mascheramento dei vecchi tratti mascolini o femminei. La fotografia diviene così non più solo ritratto canonico ma ritratto del corpo.

 

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Christian Ballarin, transessuale
torinese. Oltre alla transizione uomo-donna, ritenuta erroneamente più
comune, vi è una transizione donna-uomo, statisticamente in crescita negli ultimi anni. Il riconoscimento formale da parte del Tribunale locale, legge 164 del 14 aprile
1982, e la relativa rettificazione di attribuzione del sesso sulla Carta d’Identità
sono l’ultima fase di un lungo percorso giuridico che il transessuale deve
compiere. Secondo
la legge 164/82, effettuato il trattamento ormonale la persona transessuale può
richiedere al Tribunale autorizzazione agli interventi chirurgici di
conversione sessuale (penectomia, orchiectomia e vaginoplastica per le trans;
mastectomia, isterectomia, falloplastica o clitoridoplastica per i trans).
Ottenuta sentenza positiva, la persona transessuale ha diritto all’intervento
sui genitali. Le
persone transessuali, pur essendo considerate "malate",
subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale,
soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di "transfobia".
 

  Marcella Di Folco, presidente
del Coordinamento Nazionale Trans e
del MIT (Movimento Identità Transessuali) di Bologna, consultorio e parte dell ONIG (Osservatorio Nazionale
Identità di Genere). Dopo
aver conseguito il diploma di maturità scientifica, nel 1961 inizia a lavorare
presso l’hotel Rivoli di Roma, come portiere. Fra il 1965 e 1978 lavora al
Piper Club di Roma e in seguito, fino al 1981 è un’operatrice intercontinentale
dell’Italcable. Recatasi a Cinecittà per accompagnare un
amico ad un provino, venne notata da Fellini e da lui scritturata. Da quel
momento ebbe numerosi ruoli in diversi film, apparendo con il cognome d’arte Di
Falco, in realtà il cognome originario della sua famiglia. Tra i tanti ruoli
suo quello del principe Umberto di Savoia, in Amarcord (1973) di Federico
Fellini e, nello stesso anno, del protagonista in L’età di Cosimo de’ Medici di
Roberto Rossellini.

 
  Nicole
De Leo
, pugliese di nascita, fugge dalla sua
terra per rincorrere la sua vera identità. “Sono nata per essere me stessa.
Dopo la prima partita ho rimischiato le carte per giocare la rivincita e ho
vinto. E’ faticoso emergere da se stessi, ci si sente soli” (Nicole De Leo). Una persona transessuale deve rivolgersi
ad uno psichiatra che diagnostichi il "disturbo dell’identità di genere". Dopo la quale l’endocrinologo può avviare la terapia ormonale
sostitutiva. Effettuato l’intervento, la persona che ha
transitato deve nuovamente rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento
di stato anagrafico. Tutti i documenti d’identità vengono modificati per sesso
e per nome, con l’eccezione del casellario giudiziario e l’estratto integrale
di nascita.“Non si cambia sesso o si diventa donna, la
natura della propria vita si percepisce fin dal momento in cui la propria
coscienza comincia a maturare un individuo che ha l’esigenza di esprimersi
anche come appartenente ad un genere”. (Nicole De Leo) Il buddismo assume un ruolo fondamentale
nella vita di Nicole. 
 
  Ludovico Arietti, Laurella, nata Ludovico,
prima di transitare si sposa e diventa padre. Ludovico Arietti lavora in una fonderia
di Verona, militando nel sindacato FIOM. Dopo il matrimonio e un figlio inizia
un lungo percorso che nel 2006 lo porta a transitare. Laurella continua la sua
convivenza con la moglie sino alla morte di quest’ultima.  Dopo aver concluso la transizione perde
il posto di lavoro, vivendo un lungo periodo di disoccupazione. Ora è impiegata
presso l’azienda ospedaliera di Verona. Al contrario della maggioranza delle
trans, Laurella non ha mai conosciuto la prostituzione. Attualmente impegnata con il Circolo
Pink di Verona per il riconoscimento dei diritti di genere, si è candidata nel
2007 alla carica di Sindaco della sua città.

 

 

 

“E’
il cuore che ci rende degni di rispetto e non il genere al quale apparteniamo”.
(Nicole De Leo)

 

 

 

 

 

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islam sufi and Data Ganj Bakash Hajveri

 
Nell’ultimo fine settimana di febbraio si celebra a Lahore, Pakistan, il 964 anniversario della morte del maestro suf Data Ganj Bakash Hajveri. L’Urs di Data Ganj Bakash Hajveri – come è comunemente chiamata questa festività in lingua Urdu– ha il suo apice l’ultimo giorno presso il santuario dedicato al maestro sufi. In una vasta sala densamente affollata solo da uomini, si succedono con un’intensità frenetica i migliori gruppi Qawwali del paese- musica religiosa mussulmana diffusa prevalentemente tra Pakistan e India – mentre alcuni degli spettatori si lasciano trasportare dall’enfasi mistica della danza.

All’esterno, intorno al santuario di Data Ganj Bakash Hajveri l’intera popolazione maschile della città si riversa sulle strade, rincorrendo i ritmi dei tamburi, muovendosi in un’unica massa delirante, sospinta dai fumi degli oppiacei. La notte di Lahore diventa allora un unico magam umano, governabile solamente dalla musica mistica cha lo agita: il Qawwali.

 
 

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In the last weekend of February it’s held in Lahor, Pakistan, the 964 death’s anniversry of sufi Data Ganj Bakash Hajveri. The Urs of Data Ganj Bakash Hajveri – as it’s commonly called in Urdu language these celebration – has the peak on the last day by and nearby the Shrine – Holy sanctuary – dedicated to him. In a huge crowded room, where only mans can stay, the best Pakistan’s Qawwali players – religious Pakistani and Indian Islam music – exhibit them self in an intensive and frenetic show, meanwhile some viewers dance with enphasis and mistic trasportation.

All around the Data Ganj Bakash Hajveri Sanctuary the man’s population, somoking oppio, is following the drum’s rhythms in a huge single insane mass. Lahore’s night become a uniqe human magma, lead only by Qawwali music.

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Betlhehem, Community of Verbo Incarnato

 

Hogar Niño Dios”, la “Casa Dio Bambino”, sorge a Betlemme a
pochi passi dalla Basilica della Natività ed è una casa di accoglienza
per bambini disabili gravi ed abbandonati. A gestirla le Suore del
Verbo Incarnato, famiglia religiosa di origine argentina.

 

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 Hogar Niño Dios”, the “House of God Child”, is in Betlemme, few meters from the Nativity Church and is a "family house" for abandoned childrens with serious disabilities. It is ruled from Suore del
Verbo Incarnato, religious family belongs from Argentina.

 

 

 

 

 

 

 

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Jahalin beduin School

 
Cos’è la Jahalin Beduin School? È un progetto di architettura eco-compatibile creato e sostenuto dalla ONLUS italiana Vento di Terra – http://www.ventoditerra.org/ – allo scopo di realizzare un edificio adatto alle esigenze educative e culturali delle tribù Beduine stanziate nei pressi del piccolo villaggio di Jahalin, alle porte di Gerusalemme. Il conflitto in corso nei territori Palestinesi impediva a 300 bambini beduini l’accesso al sistema educativo e, nel contempo, la complessa e rigida regolamentazione a cui è sottoposta la West Bank (Cisgiordania) non permetteva l’edificazione di una struttura permanente. Il processo di concertazione e partecipazione promosso dagli ingegneri di Vento di Terra – affiancati da altre istituzioni e organizzazioni italiane e medio orientali – con il tessuto sociale e la realtà geopolitica locale ha permesso, non senza difficoltà, di edificare una scuola completamente costruita in materiale di riciclo, una struttura reversibile e che non necessita di fondazioni. “2.000 gomme usate sono state utilizzate per la costruzione dei muri. Riempite di terriccio e ricoperte da un intonaco di argilla, costituiscono i muri della scuola, termoisolanti e larghi circa 80 cm. Il tetto, un pannello sandwich di lamiera e polistirolo, ne completa l’isolamento. Il posizionamento di finestre in luoghi strategici dell’edificio ne garantiscono una continua ventilazione. Il grande impegno della comunità Jahalin ha garantito la mano d’opera gratuita ed il recupero dei pneumatici, ed ha contribuito a mantenere i costi estremamente bassi” (dal sito www.ventoditerra.org).

 

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 What is Jahalin Beduin School? It is an eco-compatible’s architectural project created and supported by the Italian NGO, Vento di Terra – http://www.ventoditerra.org/ . The purpose of this project is to construct a building adapted to support thecultural and educational requierments of the Beduin Tribes in the Jahalin area, near Jerusalem. The Israeli-Palestinian conflict was blocking the education access for 300 Beduin children and the strict Israeli law for the Palestinian Occupied Territories didn’t allow a permanent building in this area. The involvemnt and devised proccess between Vento di Terra’s engineers and architects, local Beduin tribes and the geopolitical realety has permitted the building of a school with completely recyclable building material; a reversible building without real material basis. "2.000 used tires were used to build the walls. They were with filled soil and plastered with clay to make 80 cm-wide, weather-proof walls. The roof, of sheet-metal and foam layered panel, completes the weather-proofing. The strategic position of windows guarantees continuous ventilation. The enormous commitment on behalf of Jahalin community provided free manual labour, a sufficient supply of used tires and contributed to maintaining extremely low cost". (from  www.ventoditerra.org).


 

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Soleiman

 
Soleiman è un nome comune in Medio Oriente e comune è anche il fornaio della vecchia città di Betlemme (Palestina). Nasce nel 1940 e abbandona presto gli studi perchè balbuziente e all’età di otto anni segue il padre nel forno Salesiano installato al centro della città nello stesso anno. Da allora non lascerà mai più il suo lavoro.

La sua vita – come quella di tutti i fornai – è vissuta di notte, ma a differenza della quasi totalità dei suoi colleghi in tutto il mondo, Soleiman ha dovuto imparare a lavorare sotto l’ocupazione militare. Così fu quando durante la seconda Intifada, nell’aprile 2002, l’intera Betlemme fu sottoposta a 42 giorni di durissimo coprifuoco da parte dell’IDF (Israeli Defence Force) e Soleiman visse sei settimane all’interno del Convento Salesiano dove si trovava – e si trova ancora – lo stesso Forno, continuando a sfornare pane – genere che per molti allora rappresentava l’unico sostentamento – dstribuito gratuitamente a tutte le famiglie della zona attraverso tetti e finestre. 

Soleiman e i suoi compagni hanno fatto del loro forno un’istituzione per tutta la città,  arrivando a produrre 12 tipi diversi di pane, mantenendo fissi i prezzi e fornendo questo genere di prima necessità alle famiglie indigenti. 

 
 

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Soleiman is a common Middle Eastern name and he is also an ordinary person in the Old City of Betlehem (Palestine). He was born in 1940 and soon he dropped out of school  because of his stutter. At 8 years old, he started to work with his father in the Salesian Bakery. From that time on, he has never left this place.

Soleiman, like all others bakers, is living predominatly in the night, but, unlike most of his collegues,
Soleiman has learned to work under military occupation. In April 2002, during the Second Intifada, all of Betlehem was under  42 hard days of curfew, maintained by the IDF (Israeli Defence Force). Soleiman spent six weeks in the Backery, giving
free bread to all the families in the neighbourhood through windows, balconys and over rooftops

Today, Soleiman
is regarded an istitution by all the citizens of the Old City of Betlehem. 

 

 

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on commission 2009

 

 

 

 

    Comune di Vicenza event photographer          Vie d’acqua VicenzaJazz

 

 

 

Yvonneartecontemporanea

 

 

Negri Fauro Architetti

 

 

 

RED Tv canale 890 sky

  

 

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books

 

 

                                           collaborazione con ABACO Architettura

collaboration with ABACO Architettura

  

album fotografico 


     photgraphy album

 

 

 

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magazine

  

collaborazioni|collaboration 2009

 

 

 

 

    

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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